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scuola di turbanti

Yoga’n’roll: una donna che supporta le donne

Non capita tutti i giorni, eppure accade: si possono incontrare sul nostro cammino persone meravigliose, capaci di farci stare bene con qualcosa che a loro sembra molto poco ma che per noi rappresenta tanto, tantissimo. Persone che non ci chiedono niente ma che danno per il semplice gusto di dare, come fosse una vocazione: è questo lo spirito di Elisabetta, anche conosciuta come Yoga’n’Roll, una siciliana dalla testa piena di riccioli e di idee e dal cuore pieno di amore per il prossimo.

Nel suo percorso di vita, iniziato tanti anni fa con lo yoga Kundalini, di cui è insegnante in giro per il mondo, Elisabetta è arrivata oggi a parlare alle donne in un modo tutto suo, speciale e intimo: la #turbanschool.
Una scuola di turbanti? Sì, un modo per insegnare alle donne ad amarsi di più, a credere in loro stesse, a sentirsi libere, a sentirsi regine. Elisabetta porta la sua #turbanschool un po’ ovunque, in Italia, in Germania, presto a Parigi. Ovunque ci siano donne desiderose di intraprendere questo percorso lungo la propria femminilità. Da un po’ di tempo, i corsi di turbante sono diventati anche un modo per aiutare le donne che hanno perso i capelli e che vogliono coprirsi la testa: Elisabetta le aiuta a prendere confidenza non solo con i nodi dei foulard, ma anche con la propria nuova condizione.

L’abbiamo intervistata per voi.

1. Partiamo con la domanda più importante: cos’è la femminilità per te?

Per me la femminilità è Grazia. Manifestata in qualunque modo: col trucco, senza trucco, coi tacchi alti o gli anfibi. È la speciale maniera di prendere la vita con gioia e creatività, la resilienza, intuire il punto di vista dell’altro, giocare con i vestiti e gli accessori e la natura con l’innocenza di una bimba.

2. Cosa ti ha spinto a lanciare la tua turban school?

La #turbanschool ha la sua Anima. Ero reduce da un “naufragio” ed avevo comprato un telefonino nuovo. Mi faccio il turbante da sempre, e una sera una studentessa mi aveva chiesto, dopo la lezione di yoga: come fai senza specchio? Da qui un video, un hashtag mai usato prima, Instagram (che credevo fosse un filtro per foto) e canale You Tube, dove ogni domenica mettevo dei tutorial. Poi l’idea di una #turbanschool party, e da lì, la #turbanschool è diventata un workshop non solo di turbanti, ma di Women Empowerment, sorellanza e condivisione (ma senza, in questo processo, maltrattare gli uomini e il maschile).
Un giorno sotto la doccia, mentre mi interrogavo sul significato profondo della #turbanschool, mi è venuto in mente di metterla al servizio anche delle donne che fanno la chemio, per un vissuto familiare.

3. Che tipo di donne si rivolge a te?

Non c’è un tipo specifico: piaccio alle mamme con bimbe e bimbi, alla ragazze sotto i 30, ma anche alle signore. Sono sempre donne alla ricerca dell’”Emanare Se Stesse”, che è anche il tema dei miei Retreats.

4. Cos’è l’empowerment femminile e a cosa serve, nel concreto?

Dico sempre che i turbanti sono prima di tutto delle Corone. Darsi il diritto di vedersi belle, di trattarsi come delle regine, di dare a se stesse, prima che agli altri, fa sì che anche l’autostima cresca, e questo permette di sentirsi al proprio posto nel mondo, e non delle impostrici.

5. Il turbante è un simbolo forte, ma c’è qualcos’altro che può avvicinarci alla nostra vera essenza e a farci sentire donne bellissime?

Il turbante è solo un mezzo, così come il rossetto rosso, che pure consiglio, pur essendo una donna che si trucca molto poco e non tutti i giorni (unici trucchi che posseggo sono rossetto, eye liner, mascara, smaltini che non uso necessariamente insieme). C’è sempre, nei miei incontri, un approccio dolce ma profondo alla meditazione del Kundalini Yoga, che insegno da 15 anni. Ma nella mia esperienza non basta, perché l’apporto “girly” riempie il cuore di gioia, e a volte le discipline – che pure sono preziosissime – danno la sensazione di dover “tagliare il superfluo”. Ed è pure così, solo che poi la vita diventa un pochino noiosa. Il “gioco” è fondamentale, e non parlo della seduzione, parlo del gioco quello vero, innocente, gioioso, che non offende nessuno.

6. Aiuti le donne che hanno perso i capelli a causa della chemioterapia e che vogliono quindi coprirsi la testa con un’alternativa alla parrucca: come reagiscono queste donne? Cosa si aspettano da te?

Non sanno mai cosa aspettarsi, ma vengono volontariamente da me. E sono felicissime, sempre, alla fine. Perché la #turbanschool non è solo il turbante. E questo non ha limiti di età. L’eleganza è l’eleganza, e mi occupo della cura dei particolari affinché siano abili a fare dei bei turbanti, e non sembrare appena uscite dalla doccia.

7. Hai qualche consiglio da dare alle donne che scelgono il turbante per nascondere l’alopecia?

Fatevelo bene, che sia bello e stabile e che vi stia bene! Ma voglio raccontarti una cosa: alla fine di un incontro, una ragazza che soffriva di alopecia, felicissima della turbanschool, mi ha detto: è stato bellissimo, e ancora più bello è che non ne ho più bisogno: questa sono io. Mentre scrivo ho la pelle d’oca.

8. Svelaci tre cose della tua vita che fanno la tua felicità!

Solo tre? 🙂
Ok:
1. viaggiare
2. sostenere tante donne (non ne dimenticherò mai neanche una!)
i primi due – combinati – costituiscono il lavoro della mia vita!
3. il Mare e le mie amiche

Grazie a Elisabetta per queste belle parole e per mettere la sua bellissima anima al servizio delle altre donne!

Potete trovare Elisabetta su:

il suo blog

la sua pagina Facebook

il suo profilo Instagram

il suo canale YouTube

Crediti foto: Maria Marino

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